Investire in materie prime può sembrare una scelta allettante, soprattutto in periodi di incertezze economiche o quando si cerca una protezione contro l’inflazione. Tuttavia, non sempre aggiungere materie prime al portafoglio si traduce in una strategia vantaggiosa. In questo articolo, esplorerò 10 motivi per cui, probabilmente, non è necessario includere le materie prime nel tuo portafoglio di investimenti.
1. Le materie prime sono altamente volatili
Una delle caratteristiche distintive delle materie prime è la loro estrema volatilità. A differenza di altri asset come le azioni o le obbligazioni, i prezzi delle materie prime possono subire oscillazioni improvvise e marcate, anche a causa di eventi geopolitici, cambiamenti climatici o variazioni nella domanda e nell’offerta. Questa volatilità può rendere difficile prevedere i rendimenti delle materie prime, aumentando il rischio complessivo del portafoglio.
La relazione con l’economia globale
Le materie prime sono spesso influenzate direttamente dalle condizioni economiche globali. Ad esempio, una recessione globale può ridurre la domanda di petrolio, metalli e altre risorse naturali, facendo crollare i prezzi. Al contrario, una crescita economica robusta può causare un aumento della domanda e dei prezzi. Questo rende difficile utilizzare le materie prime come un investimento stabile e prevedibile.
2. La protezione contro l’inflazione non è garantita
Le materie prime vengono spesso promosse come una protezione contro l’inflazione. Sebbene possano effettivamente salire di valore quando i prezzi generali aumentano, non sempre si comportano come previsto in tutti i contesti inflazionistici. Ad esempio, in periodi di inflazione moderata o controllata, le materie prime potrebbero non registrare un aumento significativo dei prezzi, mentre altri asset come le azioni potrebbero sovraperformare.
Inflazione e dinamiche del mercato
Le dinamiche del mercato delle materie prime sono complesse e dipendono da numerosi fattori, tra cui la politica monetaria, la geopolitica e la produttività. In effetti, i tassi d’interesse elevati possono influenzare negativamente i prezzi delle materie prime, poiché possono ridurre la domanda di beni di consumo che le utilizzano. Questo aspetto rende difficile considerare le materie prime come un rifugio sicuro contro l’inflazione.
3. Le materie prime non generano flussi di cassa
Un portafoglio ben diversificato solitamente include asset che generano flussi di cassa, come azioni che distribuiscono dividendi o obbligazioni che pagano interessi. Le materie prime, invece, non offrono rendimenti sotto forma di flussi di cassa. Acquistando petrolio o oro, ad esempio, non si ricevono dividendi né interessi. Pertanto, l’unico modo per guadagnare dalle materie prime è tramite l’apprezzamento del prezzo, che può non essere garantito.
L’importanza dei flussi di cassa
L’investimento in strumenti che generano flussi di cassa è cruciale per costruire una strategia di crescita sostenibile nel lungo termine. Azioni di società solide e obbligazioni ben selezionate offrono una protezione contro la volatilità, grazie alla capacità di generare reddito passivo. Le materie prime, senza questi flussi, non offrono la stessa tranquillità.
4. Le materie prime non sono diversificanti come sembrano
Uno degli argomenti a favore dell’inclusione delle materie prime in un portafoglio di investimenti è la loro capacità di diversificare. L’idea è che i prezzi delle materie prime siano poco correlati con quelli degli altri asset, come azioni e obbligazioni. Tuttavia, la realtà è che la diversificazione offerta dalle materie prime non è sempre così forte come si potrebbe pensare. Durante le crisi finanziarie o le recessioni, molte materie prime tendono a comportarsi in modo simile ad altri asset rischiosi, come le azioni.
Correlazione tra materie prime e mercati finanziari
Studi recenti hanno mostrato che durante periodi di turbolenza economica, le materie prime possono spesso muoversi in modo simile alle azioni, riducendo il potenziale di diversificazione. In effetti, quando i mercati azionari scendono a causa di una crisi economica, anche i prezzi delle materie prime possono scendere, limitando così il beneficio della diversificazione.
5. I costi di gestione sono elevati
Investire direttamente in materie prime può comportare costi elevati. Se si sceglie di acquistare fisicamente oro o petrolio, ci sono spese di stoccaggio, assicurazione e gestione. Inoltre, se si decide di investire in fondi che replicano l’andamento delle materie prime, si dovranno affrontare commissioni di gestione. Questi costi aggiuntivi possono erodere i rendimenti potenziali e ridurre l’efficacia complessiva dell’investimento.
Gli ETF e i fondi delle materie prime
Molti investitori si rivolgono agli ETF e ai fondi comuni per ottenere esposizione alle materie prime. Anche se questi strumenti possono sembrare convenienti, in realtà spesso presentano commissioni di gestione superiori rispetto ad altri fondi comuni e ETF focalizzati su azioni o obbligazioni. Inoltre, la performance degli ETF che replicano i prezzi delle materie prime può essere influenzata dai costi di roll-over e dalle fluttuazioni dei contratti futures.
6. La domanda di materie prime è soggetta a cambiamenti imprevedibili
La domanda di materie prime può cambiare rapidamente e in modo imprevedibile. Un cambiamento nelle politiche governative, una nuova scoperta tecnologica o una modifica nelle abitudini di consumo possono alterare drasticamente il panorama delle materie prime. Ad esempio, la crescente attenzione per le energie rinnovabili sta riducendo la domanda di combustibili fossili, mentre la domanda di metalli rari per la produzione di batterie sta aumentando.
Innovazione e cambiamenti strutturali
Le tendenze strutturali a lungo termine, come la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, stanno modificando profondamente la domanda di alcune materie prime. In questo contesto, gli investitori che si concentrano su materie prime tradizionali come il carbone o il petrolio potrebbero trovarsi in difficoltà, mentre quelli che puntano su risorse legate alle energie rinnovabili potrebbero affrontare una maggiore concorrenza e una maggiore volatilità.
7. Le materie prime sono soggette a rischi geopolitici
Molte materie prime, come il petrolio e il gas naturale, sono fortemente influenzate dai rischi geopolitici. Le tensioni internazionali, come guerre, conflitti commerciali o sanzioni economiche, possono far salire o scendere i prezzi di queste risorse. In particolare, le risorse provenienti da regioni instabili, come il Medio Oriente, sono particolarmente vulnerabili a questi eventi.
Il rischio geopolitico e la gestione del portafoglio
Gli investitori devono essere consapevoli del fatto che i rischi geopolitici possono influenzare pesantemente il mercato delle materie prime. In un contesto globale sempre più interconnesso, questi rischi possono causare fluttuazioni improvvise e difficili da prevedere, aumentando l’incertezza per gli investitori che desiderano un’esposizione diretta a queste risorse.
8. La performance passata non è indicativa di quella futura
Sebbene le materie prime possano aver registrato buoni rendimenti in alcune fasi del mercato, ciò non significa che continueranno a farlo in futuro. La performance passata delle materie prime è influenzata da vari fattori, come la domanda e l’offerta globali, ma anche da eventi imprevedibili che possono cambiare le dinamiche del mercato. Investire in materie prime solo perché hanno avuto successo in passato potrebbe portare a delusioni in futuro.
Adattamento alle condizioni di mercato
Le condizioni di mercato evolvono continuamente, e ciò che ha funzionato in passato non è necessariamente una strategia valida per il futuro. Gli investitori devono essere pronti ad adattarsi ai cambiamenti e considerare un approccio più ampio e diversificato per il loro portafoglio, piuttosto che concentrarsi su un’unica asset class come le materie prime.
9. Le materie prime richiedono una conoscenza specialistica
Investire in materie prime non è come investire in azioni o obbligazioni. Questo tipo di investimento richiede una comprensione approfondita dei mercati delle materie prime, dei contratti futures, delle dinamiche geopolitiche e degli sviluppi economici globali. Senza una conoscenza specialistica, è difficile fare scelte informate, e l’investitore può essere esposto a rischi elevati.
Formazione e competenza
A differenza di altri tipi di investimento, le materie prime richiedono una competenza specifica per comprenderne le tendenze e le opportunità. Senza questa preparazione, gli investitori potrebbero trovarsi ad affrontare perdite impreviste a causa di fluttuazioni del mercato che non sono facili da prevedere.
10. Esistono alternative migliori per la diversificazione
Se l’obiettivo è diversificare il portafoglio, esistono alternative alle materie prime che possono offrire una protezione simile o addirittura migliore contro i rischi di mercato. Investire in azioni di società che operano in settori connessi alle materie prime o in fondi indicizzati che replicano i mercati globali può fornire una protezione simile a quella offerta dalle materie prime, ma con minori costi e rischi.
Soluzioni più sicure e più redditizie
Gli investitori che cercano diversificazione potrebbero voler considerare strumenti più equilibrati, come fondi comuni di investimento o ETF settoriali, che offrono una maggiore esposizione a diversi settori economici senza il rischio specifico associato alle materie prime. Inoltre, la combinazione di azioni, obbligazioni e altri strumenti di investimento può garantire una protezione migliore in caso di turbolenze economiche.
Materie prime si o no quindi?
Aggiungere materie prime al portafoglio non è sempre la soluzione migliore per ogni investitore. La loro volatilità, la mancanza di flussi di cassa e l’incertezza della domanda, unita ai costi di gestione elevati e ai rischi geopolitici, sono solo alcune delle considerazioni da tenere in mente. In alternativa, gli investitori dovrebbero concentrarsi su strategie di diversificazione che combinano azioni, obbligazioni e altri asset più sicuri e redditizi. La chiave per un portafoglio di successo è l’equilibrio e la comprensione delle dinamiche di mercato.